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Letizia Destefanis

Vita e morte della mummia di Xin Zhui

E’ il 1968 sulla collina di Mawangdui, in Cina, proseguono gli scavi per un rifugio antiaereo e li viene fatta una delle scoperte più straordinarie del secolo scorso: la tomba di Xin Zhui, della dinastia Han. Lo scavo vero e proprio per riportare alla luce tutti i reperti iniziò nel gennaio del 1972 con l’assistenza di 1500 studenti delle scuole superiori locali. 

Per recuperare il corpo mummificato della donna (se vuoi leggere qualcosa di più sulle mummie trovate ad Amarna ti consiglio questo articolo https://www.lastanzaverde6.com/post/le-70-extension-della-mummia-di-amarna ), è stato necessario scavare tra il carbone vegetale e l’argilla fino ad arrivare ai quattro sarcofaghi di legno di pino di forma rettangolare che la contenevano.

Spaccato della camera funeraria di Xin Zhui, con i quattro sarcofaghi

Immagine presa da StoricaNationalGeographic. Spaccato della camera funeraria di Xin Zhui, con i quattro sarcofaghi

La mummia avvolta in venti strati di seta era a bagno in un fluido sconosciuto, composto principalmente da magnesio, che lo rendeva leggermente acido e ne permise una conservazione del tutto perfetta: la pelle era morbida, i muscoli erano ancora elastici, gli organi e i vasi sanguigni del tutto integri, hanno permesso il riconoscimento del sangue di tipo A, presente ancora nelle vene. La pelle del viso era presente, intatta e morbida, ciglia e peli del naso ancora visibili, così come le impronte digitali e il timpano nell’orecchio sinistro. Queste informazioni sono state apprese durante l’autopsia avvenuta nel dicembre 1972, dopo circa 2000 anni dalla sua morte di Xin Zhui.

Riproduzione su cera dal calco della mummia di Xin Zhui

Immagine presa da Wikipedia. Riproduzione su cera dal calco della mummia di Xin Zhui

La protagonista di questa storia è Xin Zhui, moglie di Li Cang, cancelliere del regno di Changsha e marchese di Dai, titolo con il quale è anche conosciuta questa mummia. 

Lo stile di vita della donna era particolare anche per l’epoca: la sua abitazione era sempre piena di musicisti, sia per allietare le numerose feste che organizzava, sia per il suo piacere personale. La musica era sicuramente una delle sue maggiori passioni tant’è che sicuramente suona il qin, uno strumento a corte appartenente alla famiglia delle cetre o salteri da tavola. La vita nobile che conduceva è riscontrabile dal fatto che mangiasse spesso carne, dalle pregiatissime vesti in seta e stoffe di alta qualità e dalla quantità di cosmetici che era solita consumare. La vita sedentaria, da nobile, però non le fece bene e con l’aumento di peso inizò ad avere malattie croniche come trombosi coronarica, aterosclerosi, calcoli biliari e infine problemi alla colonna vertebrale. Se tutte queste indicazioni ci provengono dall’analisi della tomba, con più di mille manufatti tra cibo, cosmetica, abiti e arazzi, con l’analisi dell’autopsia sappiamo con estrema certezza, grazie alla presenza di almeno cento semi di melone nel suo stomaco, che la marchesa di Dai, morì nell’estate del 168 a.C. all’età di cinquant’anni e fu sepolta nella sontuosa tomba a Mawangdui.

Mummia di Xin Zhui, marchesa di Dai

Immagine presa da Wikipedia. Mummia di Xin Zhui, marchesa di Dai

La sepoltura era composta da quattro bare ed ognuna rappresenta un passaggio tra vita e morte: la prima, più esterna, è di colore nero e ha dipinte immagini di morte e rinascita, la seconda, anch’essa nera ha un motivo ripetitivo di nuvole, divinità ed animali di buon auspicio, la terza è di colore rosso con un animale alato mitologico, simbolo di vita e felicità eterna. Tra la terza e la quarta bara è stato ritrovato uno stendardo in seta dipinta di circa due metri. La quarta e più interna bara era decorata da piume nere e gialle, una sorta di mezzo per raggiungere l’immortalità.

Drappo in seta dipinta, a forma di T. Avvolgeva la bara più interna e raffigura il cielo

Immagine presa da StoricaNationalGeographic. Drappo in seta dipinta, a forma di T. che avvolgeva la bara più interna e raffigura il cielo

La marchesa di Dai, non era la sola ad essere stata sepolta in quella zona: anche il marito e il figlio, morto all’età di circa trent’anni, fecero la stessa fine, ma purtroppo le loro ultime dimore furono saccheggiate dai ladri, lasciando ben poco agli studiosi che ancora oggi cercano di capire come mai Xin Zhui è così bene conservata, che cosa serviva il liquido trovato sul suo corpo e come le condizioni ambientali abbiano inciso sulla conservazione, nel frattempo rimane una delle scoperte di maggior importanza sia nell’ambito archeologico che scientifico, per quanto riguarda la conservazione dei corpi.


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