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Letizia Destefanis

Villa Reale di Monza: una splendida residenza di campagna appena fuori Milano

Se si pensa alla Villa Reale di Monza, vengono subito in mente gli ampi giardini e gli sfarzosi saloni da festa, nonché le camere private dei reali che si sono susseguiti nelle epoche.


Le fondamenta della reggia si basano su uno sviluppo della nobiltà austriaca nei territori di Milano, quella che doveva diventare la capitale del regno lombardo-veneto. Monza fu scelta come residenza estiva proprio per la sua vicinanza a Milano e per i terreni circostanti, ricchi di fauna, pronti ad accogliere battute di caccia. La costruzione iniziò nel 1777 e fu affidata dell'arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este, all’architetto Giuseppe Piermarini, lo stesso che qualche anno più tardi edificherà il Teatro alla Scala di Milano. L'inaugurazione fu nel 1780 e venne usata fin da subito dell'arciduca come residenza di campagna, fino al 1796 quando arrivarono sul territorio le truppe napoleoniche. Successivamente, la villa rimase abbandonata fino a quando Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, nominato viceré, la scelse come sua residenza estiva.

 Ingresso della Villa Reale di Monza

Immagine di La stanza verde. Ingresso della Villa Reale di Monza

In questo periodo la reggia subì ulteriori lavori di ampliamento, ad esempio fu costruito un teatrino di corte, i giardini furono ingranditi e venne alzato un muro di cinta usando il materiale di recupero del Castello Visconteo. Pochi anni dopo, con la caduta di Napoleone, la Villa Reale di Monza si ritrova di nuovo in uno stato di totale abbandono. Fu solo con il viceré Giuseppe Ranieri d’Asburgo che nel 1818 la proprietà ritorna al regno lombardo-veneto e con esso al riammodernamento, in particolare gli appartamenti riservati ai figli dell’arciduca, con particolare riguardo ai pavimenti e ai bagni. Dopo un breve periodo in cui nella reggia giravano molti militari a causa del provvisorio proprietario, il maresciallo Radetzky, passa all’ultimo arciduca d’Asburgo, Massimiliano. Da quel momento il destino della villa è inevitabilmente connesso alla casata dei Savoia, diventando la residenza preferita di Umberto I e della moglie Margherita nel 1868. La villa fu un regalo di nozze per i due, da parte del padre di Umberto I, il re Vittorio Emanuele II. Anche con i Savoia la reggia reale fu restaurata secondo i gusti dell’epoca dagli architetti Achille Majnoni d'Intignano e Luigi Tarantola. In questo periodo furono fatti radicali cambiamenti alla Villa Reale di Monza, come ad esempio la corrente elettrica che nello specifico, passava dentro a canaline in legno (in alcuni punti ancora visibili) all'epoca considerate sicure. Uno dei primi viali italiani illuminati dai lampioni elettrici è proprio quello che porta alla reggia, all’interno invece sono ancora ben visibili (e come non vederli vista l’imponenza) i lampadari in cristallo con inciso il motto dei Savoia “FERT”.

Particolare del lampadario

Immagine di La stanza verde. Particolare del lampadario

Una forte frenata ai cambiamenti fu dovuta all’assassinio di Umberto I per mano dell’anarchico Gaetano Bresci alla fine di luglio del 1900, a Monza durante la cerimonia di chiusura di un concorso ginnico. Si dice che il re fu deposto in una delle vasche da bagno della villa e ricoperto di ghiaccio col fine di conservare al meglio la salma per i rilievi del medico legale e per i funerali, avvenuti solo dieci giorni più tardi. Il figlio, Vittorio Emanuele III, dopo la tragedia non tornò più alla villa e nel 1919 la proprietà fu donata al demanio dello Stato.

Fu sede del comando della Guardia Nazionale Repubblicana, ma la guerra e il suo dopo provocarono un ulteriore periodo di decadenza dell’edificio. Con la repubblica nel 1946, la Villa Reale viene amministrata dal comune di Monza e dalla regione Lombardia che ne faranno l’uso di cui ancora oggi possiamo godere: uno spazio espositivo per le mostre di arte, specialmente contemporanea che sebbene, in contrasto con l’ambiente, si sposa perfettamente con il contesto storico dell’edificio e dei suoi mobili.

Una delle vasche da bagno presenti alla Villa Reale di Monza

Immagine di La stanza verde. Una delle vasche da bagno presenti alla Villa Reale di Monza

Negli anni 2000, durante l’ultimo restauro per la valorizzazione degli spazi, vengono studiati i documenti originali per capire come erano gli arredi delle stanze, che sono circa 700 e viene scoperto il “bagno delle regine” uno spazio destinato al relax e alla bellezza della regina e delle principesse, collegato all’appartamento privato del primo piano tramite una scala nascosta. È stato inoltre trovato un sistema di chiodi e tavelle che garantiva una camera d’aria capace di combattere l’umidità e una serie di tubazioni dietro la vasca assicurando il giusto tepore alla stanza da bagno.

Oggi la villa, che si presenta in tutto il suo splendore, è visitabile con visita guidata a gruppi. Gli arredamenti fanno rimanere senza parole l'imponenza, le mostre risultano intrecciate agli ambienti storici creando uno stile misto tra moderno e antico. I pavimenti che ci troviamo a calpestare sono solo l’inizio di quello che nelle epoche passate ha significato la Villa Reale di Monza.



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