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Letizia Destefanis

Terra, Aria, Acqua, Fuoco, quando gli elementi diventano Land Art

Land Art, letteralmente “arte della terra” è un movimento artistico che prende il nome da una mostra trasmessa in TV nel 1968 realizzata da Gerry Schum. Nel documentario sono ripresi alcuni interventi di earth works, ossia “lavori della terra”, degli inglesi Richard Long e Barry Flanagan, degli olandesi Marius Boezem e Jan Dibbets e degli americani Michael Heizer, Walter de Maria, Robert Smithson e Dennis Oppenheim.

“Spiral Jetty” nel Great Salt Lake, Utah, 1970, Robert Smithson

Immagine presa da The Utah Museum of Fine Arts. “Spiral Jetty” nel Great Salt Lake, Utah, 1970, Robert Smithson

Gli interventi vengono eseguiti direttamente sul territorio, generalmente su ampi tratti di terreno. Il materiale principale usato per l’arte diventa il territorio, dilatando così i confini della concezione di arte. I primi lavori di questo tipo risalgono alla seconda metà degli anni ‘60, poi l’idea si diffonde nel decennio successivo.


Uno dei primi protagonisti è Robert Smithson (New Jersey, 1938 - Texas, 1973) che nel 1970 realizza il suo lavoro migliore con la “Spiral Jetty” nel Great Salt Lake nello stato dello Utah dove costruisce accumulando fango e rocce una specie di molo a forma di una gigantesca spirale nel mezzo dell’acqua. Sebbene sia un intervento complesso realizzato con l’uso di macchinari moderni, suggestivamente rimanda ad un qualcosa di primitivo, a un’idea di unità e comunione con la natura, lontana dalla vita consumistica delle città. Purtroppo la vita di Smithson finisce proprio durante una ricognizione aerea alla ricerca di un sito per un intervento, nei cieli del Texas.

“Double Negative”  situata sui due lati del Virgin River Mesa, Nevada, 1971, Michael Heizer

Immagine presa da Pinterest. “Double Negative” situata sui due lati del Virgin River Mesa, Nevada, 1971, Michael Heizer

Un aspetto molto importante della Land Art è l’essere effimera: si tratta di un lavoro destinato ad essere alterato e riassorbito dalla natura stessa attraverso gli agenti naturali. Ne è un esempio l’arte di Michael Heizer (California, 1944) che pratica nel terreno degli scavi di forma rettangolare nel quale interviene con diversi materiali come cemento, massi di granito oppure lastre d'acciaio. L’opera più significativa è “Double Negative” del 1971 situata sui due lati del Virgin River Mesa in Nevada: due grandi scavi di forma rettangolare uno di fronte all’altro, in cui l’opera d’arte diventa il difficile percorso per arrivare al risultato. Quello che rimane della Land Art alla fine è la prova fotografica, è più l’idea che il fatto concreto.

“Wrapped Coast”  a Little Bay, Australia, 1968 - 1972, Christo

Immagine presa da The Guardian. “Wrapped Coast” a Little Bay, Australia, 1968 - 1972, Christo

Leggermente distante è l’arte di Christo (Gabrovo,1935 - New York, 2020) e la moglie Jeanne Claude (Casablanca, 1935 - New York, 2009) che operano sul territorio metropolitano “impacchettando” non solo oggetti, ma imponenti monumenti come il Reichstag di Berlino. Per quanto riguarda la natura a loro di deve l'installazione di “Wrapped Coast” del 1968-1972 a Little Bay in Australia dove immensi teli colorati sono stesi su un tratto di costa e sono sottoposti al gioco degli elementi. A Christo si deve anche la famosa pedana al lago d’Iseo “The Floating Piers”, un'opera recente (datata 2016), che ha riscontrato un discreto successo in Italia. Le pedane galleggianti, avevano il compito di collegare i vari punti d’interesse turistico del lago come Sulzano, Montisola e l'isola di San Paolo.

“Wrapped Reichstag"  Berlino, 1995, Christo e Jeanne Claude

Immagine presa da Wikiart. “Wrapped Reichstag" Berlino, 1995, Christo e Jeanne Claude

Richard Long (Bristol, 1945) invece porta la Land Art all’interno degli edifici come il “Rivoli Mud Circle” del 1996 dove l’artista raccoglie del fango all’esterno del Castello di Rivoli a Torino e lo spalma sul muro interno di una sala a lui dedicata, con il solo uso delle mani, i segni che ne escono, ricordano le pitture primitive. La forma circolare dell’opera riprende quella che aveva creato pochi anni prima nel 1994 con del tofu che aveva recuperato nel Lazio e disposto in un cerchio materico sempre all’interno del museo di arte contemporanea di Rivoli.

“Rivoli Mud Circle” di Rivoli, Torino, 1996, Richard Long

Immagine presa da Castello di Rivoli. “Rivoli Mud Circle” di Rivoli, Torino, 1996, Richard Long

L'interesse comune degli artisti della Land Art appare concentrato ancor prima dell’opera, sulla sua natura e sull’idea stessa di fare arte, aprendosi a tutte le esperienze dell’individuo. L’arte esce definitivamente dai luoghi tradizionali ed entra nel vissuto quotidiano dove ne deriva un linguaggio nuovo: essa invita l'uomo a muoversi al suo interno costruendo, in accordo con l'armonia, quella bellezza e quelle sensazioni che l'universo ha rivelato all'artista.

Foglie, pietre e animali non vengono più solo dipinti, scolpiti o descritti, ma diventano l'opera d'arte stessa.




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