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Letizia Destefanis

Raffaello e la Confraternita dei Preraffaelliti

Parlando di arte cinquecentesca sicuramente non possono mancare tra i nomi più influenti, quello di Leonardo da Vinci e Michelangelo, ma anche Raffaello è un rappresentante degno di nota.

Raffaello nacque ad Urbino nel 1483, suo padre era un pittore modesto, ma stimato alla corte dei Montefeltro (se vuoi sapere di più sul palazzo ducale di Urbino, ti consiglio questo articolo https://www.lastanzaverde6.com/post/palazzo-ducale-di-urbino-una-gemma-del-rinascimento-italiano ) e fin dall’infanzia, il giovane mostrò una forte inclinazione alla pittura. Sebbene i primi  anni di formazione artistica siano poco chiari, sappiamo che grazie all’influsso dei mecenati di Urbino, fece la conoscenza delle opere fiamminghe, di Piero della Francesca e soprattutto del Perugino, con cui costruì un vero e proprio rapporto e da cui prese il classicismo aggraziato. Ne sono un esempio le prime opere, come “Sposalizio della Vergine” del 1504, in cui i protagonisti sono Maria e Giuseppe che vengono giunti in matrimonio dal sacerdote. Alle spalle della Vergine si trovano le sue compagne, dietro allo sposo invece ci sono i numerosi pretendenti il quale provano delusione e rabbia, come nel caso dell’uomo che spezza un bastone con il ginocchio. La scena  si svolge in un'ampia piazza in cui al centro si trova il Tempio di Gerusalemme, esempio degli studi che Raffaello ha condotto sugli ideali architettonici rinascimentali. La composizione ricorda quella del Perugino nella “Consegna delle chiavi” della Cappella Sistina del 1481, con la differenza che l’insieme risulta meno rigido e più modellato dalla luce calda naturale dovuta al tramonto. 

"Sposalizio della Vergine", Raffaello, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano

Immagine presa da Wikipedia. "Sposalizio della Vergine", Raffaello, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano

Verso i primi anni del cinquecento, il pittore si trasferì a Firenze, continuando comunque a lavorare per Perugia, Urbino e Roma. Influenzato dalla contemporanea presenza di Leonardo da Vinci, Raffaello abbandonò lo stile aggraziato, stereotipo della pittura del Perugino, per assimilare l’attenzione per la resa delicata delle emozioni e del paesaggio, al tempo stesso, dall’incontro con Michelangelo, rubò un maggiore plasticismo e dinamicità compositiva. In questo periodo capì anche l’importanza del disegno, di lui ci restano oltre quattrocento disegni in penna, sanguigna e carboncino. Questi influssi sono ben visibili nella produzione di “Madonne con il bambino”: gli atteggiamenti, gli scambi di sguardi e la fusione dei personaggi con il paesaggio sono molto leonardeschi mentre la plasticità della composizione, il volume dato dai panneggi e l’insieme placido sono elementi tipici di Michelangelo. 

"Madonna con il bambino e san Giovannino (Madonna della seggiola)", Raffaello, 1513-1514, Palazzo Pitti - Galleria palatina, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "Madonna con il bambino e san Giovannino (Madonna della seggiola)", Raffaello, 1513-1514, Palazzo Pitti - Galleria palatina, Firenze

Importanti nell’arte di Raffaello sono i ritratti, specialmente dell’aristocrazia locale, come ad esempio “Ritratto di Agnolo Doni” e “Ritratto di Maddalena Strozzi” del 1506. Lo sguardo dei due sposi a mezzo busto, è rivolto all’osservatore e sullo sfondo il paesaggio  è collinare. Nel dipinto maschile, i contorni netti, danno l’immagine di un’uomo schietto, tipico di un nuovo modo di vedere la nobiltà fiorentina, in quello della donna, simile a quello della “Gioconda” (1503), viene immortalata la bellezza imperfetta addolcendo i lineamenti.

Raffaello morì nel 1520 dopo un'agonia di quindici giorni dovuta a febbre, si pensa ad una polmonite, e curata inutilmente con salassi che l’hanno indebolito ulteriormente. La sua scomparsa fu salutata dal cordoglio di tutto l’intero Stato Pontificio e la salma deposta al Pantheon, come le sue ultime volontà. Anche per Raffaello, anni dopo fu il tempo di essere riesumato per studiarne le caratteristiche craniche e il corpo di nuovo riposto nella sua tomba, mentre il cranio si trova esposto nella sua casa natale. 

"Ritratto di Maddalena Strozzi", Raffaello, 1506, Palazzo Pitti - Galleria palatina, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "Ritratto di Maddalena Strozzi", Raffaello, 1506, Palazzo Pitti - Galleria palatina, Firenze

Con la morte fisica di Raffaello, non muore la sua arte, ancora considerata ideale di bellezza, naturalezza ed eleganza. Raffaello diventa semplicemente una linea di separazione tra l’arte prima e l’arte dopo, è questo concetto alla base della Confraternita dei Preraffaelliti, nata nel 1848. Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais sono i pionieri di questo movimento artistico, in cui è l’arte precedente a Raffaello a essere la protagonista: vi è una forte contestazione all’industrializzazione indotta dal progresso tecnologico vittoriano, un opposizione al classicismo e all’arte del 1600. Solo l’arte del 1400 era da considerare all’altezza di essere usata come ispirazione.

"Ofelia", John Everett Millais, 1851, Tate Britain, Londra

Immagine presa da Wikipedia. "Ofelia", John Everett Millais, 1851, Tate Britain, Londra

“Ofelia” di John Everett Millais datata 1851 è il manifesto del linguaggio naturalistico  con cui i preraffaelliti si distinguevano dall’arte accademica. La figura femminile è uno dei personaggi di William Shakespeare: la giovane vittima di un amore impossibile e del dolore della perdita, una donna libera, che cede alla follia e si suicida gettandosi in un fiume. Millais dipinge il momento in cui Ofelia viene trasportata dall’acqua sul quale sembra galleggiare attraverso la veste gonfia, esaltando la natura circostante e ritraendo con estremo realismo le molteplici varietà floreali senza escludere i significati simbolici come la morte rappresentata dai papaveri o la fedeltà attraverso le violette.

"Il ramoscello", Dante Gabriel Rossetti, 1865, Harvard Art Museums/Fogg Museum, Stati Uniti

Immagine presa da Wikipedia. "Il ramoscello", Dante Gabriel Rossetti, 1865, Harvard Art Museums/Fogg Museum, Stati Uniti

Spesso le donne ritratte dai preraffaelliti, hanno lunghissimi capelli rossi, il motivo principale ha un nome: Elisabeth Siddal, la musa della confraternita, nonché amante di Rossetti e dipendente dal laudano che si uccise a soli 32 anni dopo aver dato alla luce il bambino del pittore, nato morto. 


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