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Letizia Destefanis

Pietra e storia, il Burren irlandese

Sebbene l’Irlanda ispiri poeti e artisti di tutto il mondo con il verde dei suoi prati e l'azzurro del suo cielo, c’è un posto, situato ad ovest dell’isola chiamato Burren. Il suo nome, che in gaelico (una specie di dialetto irlandese) si scrive Boireann,  ossia “terra rocciosa”, ne descrive la formazione del terreno: una distesa di rocce calcaree unica al mondo e formatasi 350 milioni di anni fa nella profondità marina, con il risultato di un suolo simile a quello lunare. L’area comprende l’1 % dell'Irlanda e si estende in un'area di circa 300 km quadrati nella contea di Clare, con  il Parco Nazionale del Burren.

Foto del Burren con Grikes e Clints, dal quale spunta la flora locale

Immagine presa da Scienze Geologiche. Foto del Burren con Grikes e Clints, dal quale spunta la flora locale

La roccia presenta crepe lineari chiamate Grikes, dal quale spuntano numerose piante locali, ma anche mediterranee e alpine. Le crepe formano isole di roccia chiamate Clints. Nel territorio del Burren sono caratteristici la formazione di stagni temporanei chiamati Turlough, le grotte naturali e numerosi fossili con altrettanti siti archeologici.

E’ possibile vedere all’interno del giardino di un’abitazione privata, un dolmen, questo perchè in Irlanda , quello che si trova nella proprietà è di proprietà, non viene espropriato, ma gli abitanti hanno un grande senso di responsabilità verso la propria storia e danno particolare attenzione ai reperti anche senza l'ausilio dei soldi statali. Questa cosa vale anche per le grotte che pur essendo visitabili sono private, appartengono alla stessa famiglia da generazioni.

“Dolmen di Poulnabrone", 5800 anni fa circa, Irlanda

Immagine presa da Wikipedia. “Dolmen di Poulnabrone", 5800 anni fa circa, Irlanda

Il dolmen più famoso è sicuramente quello di Pouluandrone, traducibile in “buco dei dolori” che risale al neolitico, l'età della pietra, precisamente 5800 anni fa. La tomba doveva essere molto più alta di ora, con una composizione in cui una lastra di circa 3.5 metri di lunghezza appoggia su due pareti verticali di pietra molto sottile. Il “Dolmen di Poulnabrone" venne messo in sicurezza dai cedimenti nel 1985, in quell’occasione vennero scoperti 22 resti  umani diversi, tra cui quello di un neonato e molti oggetti personali come ossa decorate, armi e ceramiche.

Grotta di Aillwee”, Irlanda

Immagine presa da Sunday World. “Grotta di Aillwee”, Irlanda

Nella zona oltre ai vari dolmen sparsi e sconosciuti si possono visitare numerose grotte tra cui quella di Aillwee, un'abbreviazione del gaelico che significa “grotta dalle pareti gialle”. L’effetto dell’erosione del terreno dovuto allo scioglimento delle acque glaciali, ha lasciato spazio ad un fiume sotterraneo che scorre sotto gran parte del territorio del Burren, questa situazione fa si che si creino molte cascate sotterranee, più o meno grandi. La “Grotta di Aillwee” è stata scoperta nel 1904 da un cacciatore che inseguiva il suo cane e che mantenne il segreto per i quarant'anni successivi, fu aperta solo nel 1970 quando i visitatori poterono finalmente vedere lo splendore della grotta e i resti fossili di orsi. Sebbene ben illuminata, la guida espone il visitatore in uno stato di primitiva armonia, spegnendo qualsiasi fonte di luce e ascoltando “il respiro della terra” come lo chiamano gli irlandesi.

Costa del Burren, Irlanda

Immagine presa da Wild Atlantic Way. Costa del Burren, Irlanda

Se dal punto di vista archeologico e geologico, il Burren è un'area ricca, non è da meno dal punto di vista sensoriale: l’idea è quella di camminare sulla storia primitiva dell’uomo, l’energia primordiale ricarica il corpo e la mente, sembra una sorta di Stonehenge, dal punto di vista energetico, in cui la gente va per rigenerarsi. Il Burren risulta reale quanto le sue pietre e magico come la sua storia.


Di seguito vi lascio un pò di foto che ho scattato a Maggio 2019 durante il mio viaggio in Irlanda



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