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Letizia Destefanis

Longobardi: nascita e caduta di un popolo

E’ la primavera del 568 e il popolo germanico dei longobardi, guidato dal re Alboino, valica le Alpi orientali riversandosi nei territori settentrionali dell’Italia. Inizia qui la storia dei Longobardi: nascita e caduta di un popolo.

I primi longobardi insediati erano circa 200 mila e provenivano dall’odierna Ungheria, all’epoca chiamata Pannonia. I contatti con l’Impero Romano erano poco significativi per questo riuscirono a mantenere inalterate le loro consuetudini sociali per diverso tempo.

L'Antiquarium di Castelseprio, rovine e testimonianze materiale del popolo longobardo, Varese

Immagine presa da Regione Lombardia. L'Antiquarium di Castelseprio, rovine e testimonianze materiale del popolo longobardo, Varese

Dapprima furono occupati il Friuli, il Veneto, il Piemonte e la Toscana, la Lombardia prese un ruolo importante in quanto Pavia, ne divenne la capitale nel 572. Infatti nel centro storico della città si trova la chiesa di San Giovanni Domnarum, una della più antiche nonché il primo edificio cattolico eretto dal popolo longobardo nel 654, per volere di Gundeperga, figlia del re Agilulfo e Teodolinda, di cui parleremo dopo. A sud conquistarono i ducati di Spoleto e Benevento e solo nel 640, re Rotari prese la Liguria. Il restante dei territori rimasero all’impero bizantino e l'avanzata non fu fermata da grandi manovre, infatti  tutte le difese bizantine erano stanziate in luoghi strategici e lungo le coste.

Cripta della chiesa di S. Giovanni Domnarum a Pavia

Immagine presa da Wikipedia. Cripta della chiesa di S. Giovanni Domnarum a Pavia

All’interno della società longobarda c’era una gerarchia con al vertice il re, capo militare di un popolo composto principalmente da guerrieri, che veniva eletto durante l’assemblea composta da uomini liberi, chiamati “arimanni”, il quale avevano il diritto e il dovere del servizio militare e la partecipazione alla politica. I servi, che si occupavano principalmente dell’agricoltura e dell’allevamento, non avevano riconosciuto nessun diritto. Gli “aldi” erano un gruppo intermedio tra i servi e gli arimanni, e avevano una certa autonomia in campo economico e giuridico. Fondamentali nella prima fase di insediamento erano le  “fara”, un insieme di famiglie al quale la popolazione faceva riferimento. L’insieme di queste famiglie obbedivano ad un duca.

"Orecchini di Senise", VII secolo, Museo Archeologico di Napoli,

Immagine presa da Museo Archeologico e d'Arte della Maremma. "Orecchini di Senise", VII secolo, Museo Archeologico di Napoli

Nel momento dell’invasione i longobardi seguivano i culti germanici. La diversità nella lingua, nella religione e nella politica, fecero sì che, l’impatto fra i longobardi e i latini, dopo la conquista di gran parte dei territori italiani, fu molto duro. Il popolo invasore non indugiò sul fatto di sottrarre le terre ai romani, necessarie alle proprie attività di allevamento  e agricoltura, molti altri furono uccisi, specialmente se opponevano resistenza e nei centri urbani più grandi. Il contrasto tra i due popoli, iniziò a scemare con la progressiva conversione al cristianesimo e una costante fusione tra le culture, fino a scomparire del tutto verso il VIII secolo.

Raffigurazione di guerrireri longobardi in armatura, locazione e data non noti

Immagine presa da Museo Archeologico Lomellino. Raffigurazione di guerrireri longobardi in armatura, locazione e data non noti

Alboino, che aveva guidato il popolo alla conquista dell’Italia, morì in una congiura nel 572, gli succedette Clefi, anch'egli assassinato dopo solo due anni di regno. Fu eletto re, Autari, figlio del predecessore, che prese in moglie Teodolinda, figlia di una famiglia di duchi fondamentali per l’ascesa longobarda in Italia. La stessa regina Teodolinda andò in sposa al successore Agilulfo ed entrambi si convertirono, è noto come la regina intrattenne un importante corrispondenza con il papa Gregorio Magno.

La grande autonomia politica dei trenta ducati longobardi italiani, non implicava un'autonomia nelle tasse e dovevano comunque sottostare al fisco regio, il quale aveva funzionari fiscali e giudiziari chiamati “gastaldi”. Fondamentale per lo studio delle usanze e dei costumi della popolazione longobarda è l’Editto di Rotari, scritto in una fusione di germanico e latino,  nel 643  e voluto dallo stesso Rotari, duca di Brescia.

"Teodolinda sposa Adilulfo", 1444, Affresco della Cappella di Teodolinda degli Zavattari del Duomo di Monza

Immagine presa da Wikipedia. "Teodolinda sposa Adilulfo", 1444, Affresco della Cappella di Teodolinda degli Zavattari del Duomo di Monza

L’epoca più matura del periodo longobardo risale alla ricerca di un legame sempre più stretto con la chiesa e per questo anche all’edificazione di chiese e monasteri, come quello di Bobbio, in provincia di Piacenza. La  chiesa che in questo periodo era in crisi con l’Impero d’Oriente a causa dell’iconoclastia (ossia la distruzione delle icone, di immagini o monumenti collegati al culto cristiano) e fu il momento per il re Liutprando di approfittarne, attaccando i territori rimasti ai bizantini, ossia l’Esarcato  e Pentapoli , ma anche Roma. Il re poi si piegò alla volontà di papa Gregorio II, donandogli il castello di Sutri nel 728. Anche i due successori  applicarono una politica contro i bizantini, mentre il papa, preoccupato dell'avanzata, chiese aiuto alla dinastia franca di Pipino il Breve, che sconfisse ripetutamente i longobardi, togliendogli le terre conquistate e donandole alla chiesa. Qualche anno dopo, il re longobardo Desiderio, fu sconfitto e detronizzato da Carlo Magno, il suo regno fu sottomesso alla dominazione franca, segnando la fine al regno del popolo longobardo nel 774.

Mappa dei territori occupati dai longobardi nel 661

Immagine presa da Il grande Salento. Mappa dei territori occupati dai longobardi nel 661

La storia longobarda  è ricca di aneddoti, costumi ed usanze che pur sembrando lontanissimi da noi, dalla nostra epoca, sono stati le basi, in cui hanno messo le radici i nostri avi. Se volete approfondire di più vi consiglio il pluripremiato docufilm “Langobardi - Alboino e Romans”, un progetto creato da Matteo Grudina e sua moglie Sandra, attraverso l’associazione di rievocazione storica “Invicti Lupi”, con l’intento di promuovere quelle che sono la storia e le origini del popolo longobardo.


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