Grazie al progetto di riqualificazione del cortile del palazzo di Napoleone, dove oggi si trova il Museo del Louvre, voluto dal presidente francese F. Mitterrand, l'architetto giapponese Ieoh Ming Pei, progettò una piramide al centro dell’ampio spazio esterno. Costruita tra il 1985 e il 1989 e inaugurata ufficialmente il 4 marzo 1988, fin dal progetto divenne fonte di polemiche per lo stile neoegizio, che risulta ben lontano dal resto dell’ambiente circostante che vede il suo splendore nel XVII secolo.
Immagine presa da Wikipedia. Esterno del cortile del Museo del Louvre
Dal punto di vista pratico, l’enorme piramide di vetro e metallo dall’altezza di 21,64 metri, con base di 35 x 35 metri, posta al centro del cortile del palazzo, funge da lucernaio per il piano interrato del Louvre, dove si trovano negozi, bar, biglietteria e fondamentalmente è diventata l’entrata al museo. Per garantire la trasparenza e la massima luce è stato usato un vetro particolare, chiamato float. Nel 1993 si inaugura la seconda piramide: rovesciata e speculare di 7 metri d’altezza e con la base di 16 x 16 metri, che sfiora (si mancano solo per un metro) la piramide in pietra all’interno del museo. Dal punto di vista simbolico viene inserita in un trittico di piramidi: il numero 3 delle piramidi, le 666 vetrate (in realtà sono 673) ne fanno un oggetto di osservazione di appassionati di esoterismo, complotti e mondo occulto (ne è un esempio il “Codice da Vinci” di Dan Brown dove la vicenda parte proprio dal Louvre). Il 666 nell’apocalisse rappresenta l'anticristo, quindi l’abisso più profondo, mentre altri considerano l’incontro tra la piramide rovesciata, con la sua trasparenza divina e quella in pietra, terrena, un'allegoria tra il cielo e la piramide egizia di Cheope. Anche la massoneria viene richiamata dalla piramide, presente nel simbolo dell’ascesa umana e del percorso verso un’illuminazione superiore (l’occhio all’interno della piramide richiama appunto gli illuminati del 1700). Il fatto che essa fu scelta come sfondo per il discorso alla nazione dell’insediamento di Macron nel 2017, fu letto come collegamento del presidente alla massoneria.
Immagine presa da Pinterest. Le due piramidi interne al Louvre che si "sfiorano"
Molto probabilmente per rispondere alla domanda principale “Cosa si cela dietro alle piramidi del Louvre?” bisogna conoscere la vita e le visioni artistiche dell’architetto modernista Ieoh Ming Pei. Pei nasce in Cina il 26 aprile del 1917, vive ad Hong Kong per poi trasferirsi a Shanghai. Negli anni ‘30 si sposta negli Stati Uniti dove inizia a studiare architettura laureandosi nel 1940 ad Harvard dove come professore ebbe Walter Gropius, fondatore del movimento del Bauhaus (se vuoi sapere di più ti consiglio di leggere un altro mio articolo al seguente link https://letiziadestefanis9.wixsite.com/lastanzaverde/post/il-complesso-bauhaus-a-dessau-una-capolavoro-di-vetro-e-cemento ).
Immagine presa da Ink Publication. Ritratto di Ieho Ming Pei
I suoi luoghi di lavoro preferiti sono i musei e le università dove ci sono volumi puri, neutri, in cui potersi sbizzarrire con le forme scultoree degli edifici. Pei è considerato un architetto modernista, capace di lavorare sul sottile confine tra conservatorismo e avanguardia. Il suo stile è semplice, spigoloso, capace di essere riconoscibile, le forme seguono le linee circolari, poligonali, cilindriche e di grandezze monumentali. I materiali usati sono cemento armato, alleggerito da vetro e metallo che creano una texture di “pieno e vuoto” che lascia un'impronta sulle sue opere. Tra le sue architetture più stravaganti, famose e all’avanguardia possiamo ricordare: il museo dell’Arte Islamica nel Qatar, il Museo della Scienza di Macao, il Museo di Suzhou, il Palazzo Lombardia a Milano e la Luce Memoria Chapel nel campus dell’università di Taichung a Taiwan.
Immagine presa da Louvre. Interno del piano interrato del Louvre, sotto la volta della grande piramide
Pei rimane quindi fedele a sé stesso nei suoi lavori senza mai uniformarsi con la cultura postmoderna, l’architettura diventa un linguaggio dalla potenza plastica che rimarrà la sua firma fino alla sua fine avvenuta il 16 maggio 2019 all’età di 102 anni.
"Ciò che amo di più dell'architettura è che resiste alla prova del tempo:"
Ieoh Ming Pei
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