Dreki, in lingua norrena significa “drago”, ma a causa di un traduzione errata in francese, la parola che più comunemente sentiamo è Drakkar, il nome usato per chiamare le imponenti navi vichinghe, durante il periodo che va da 790 al 1066 d.C..
Questo periodo, chiamato vichingo appunto, è caratterizzato dall'espansione delle popolazioni norrene verso l’Europa, attraverso le coste con i saccheggi, la conquista e il commercio. L'espansione avvenuta principalmente via mare, va dal Regno Unito alla Normandia, con la le isole di Sicilia a sud e l’Islanda a nord (la lingua islandese è quella più simile al norreno parlato dai vichinghi) fino al Canada, per questo sono considerati i primi europei ad arrivare nelle americhe.
Immagine presa da Shan Newspaper. "Drakkar Myklebust", ricostruzione del più grande Drakkar trovato in Norvegia
Per le conquiste, le popolazioni vichinghe avevano bisogno di navi resistenti che potessero attraversare il pericoloso Mare del Nord, ma essere anche basse per risalire i fiumi senza incagliarsi.
Il nome Drakkar deriva dalla polena, una decorazione in legno posta a prua, con fattezze di drago che durante le incursioni avrebbe aumentato la paura nel nemico. Vista la posizione delle regioni vichinghe e i molti porti naturali, le navi avevano nella società un’importanza fondamentale: non è una novità trovare appunto dei testi in cui delle drakkar venivano sacrificate come offerte agli dei durante i rituali (se vuoi sapere qualcosa in più riguardo i sacrifici agli dei, ti consiglio di leggere l'articolo "I sacrifici del tempio di Uppsala" al seguente link https://lastanzaverde6.wixsite.com/lastanzaverde/post/i-sacrifici-del-tempio-di-uppsala), oppure viste come simbolo di potere e coraggio. Proprio dal punto di vista simbolico il mare era considerato un altro mondo, abitato da demoni, mostri e defunti e la nave era l’unico rifugio in mezzo a quel microcosmo. La canzone "Þat mælti mín móðir " nella sua forma norrena del IX secolo, molto probabilmente è la rappresentazione del valore che avevano le navi nel mondo vichingo, infatti come viene cantato nella canzone, una madre dice al figlio che dovrà comprare navi, buoni remi e vele per andare lontano, presagendo già quella che sarà l'espansione vichinga.
Þat mælti mín móðir,
at mér skyldi kaupa
fley ok fagrar árar,
fara á brott með víkingum,
standa upp í stafni,
stýra dýrum knerri,
halda svá til hafnar
hǫggva mann ok annan,
hǫggva mann ok annan.
Þél höggr stórt fyr stáli
stafnkvígs á veg jafnan
út með éla meitli
andærr jötunn vandar,
en svalbúinn selju
sverfr eirar vanr þeiri
Gestils ölpt með gustum
gandr of stál fyr brandi.
Durante i funerali, il morto veniva posto dentro una drakkar, la più bella e decorata con le offerte per l'occasione e se si trattava di un nobile veniva sacrificata anche una serva per aiutarlo nell’aldilà, poi la nave veniva sepolta, come nel caso delle navi di Nydam del 200-450 d.C. oppure venivano poste le pietre attorno alla salma dopo la sepoltura a forma di nave.
Immagine presa da Wikipedia. Nave di quercia rinvenuta a Nydam, Daminarca
Fondamentale per lo sviluppo navale norreno è data dall'ingegneria impiegata, come detto prima, dovevano essere leggere e maneggevoli e ciò avviene mediante l’utilizzo di un sistema di costruzione chiamato lapstrake, ossia una sovrapposizione parziale di assi di legno di quercia, molto resistente e rivettate tra loro da chiodi in ferro battuto, lo scafo poteva avere uno spessore di 2,5 cm, ma essere molto più resistente di uno spesso. Per impermeabilizzare lo scafo, tra le assi veniva inserito del materiale fibroso, come la stoppa, ad esempio, imbevuto di pece.
Attraverso gli appositi spazi potevano essere impiegati i remi, raggiungendo una velocità di 6 nodi oppure in alternativa usare la vela, arrivando ai 10 nodi. Il timone era costruito come nelle navi antiche: un semplice remo in legno.
Le navi mercantili, che potevano essere trasformate in navi da guerra, reggevano viaggi brevi attraverso i fiumi, i fiordi e le coste, mentre quelle per il mare aperto e gli oceani erano chiamate knarr ed erano più robuste.
Immagine presa da Style Magazine. Esempio di quello che potevano osservare i vichinghi su una Drakkar nei fiordi
Con lo sviluppo nella costruzione delle navi, i vichinghi acquisirono anche competenze nelle navigazione, arrivando ad essere conosciuti nell’Europa dell’epoca come “il popolo di navigatori per eccellenza”. I loro metodi di orientamento erano semplici: l’avvistamento delle balene significava che le acque erano poco profonde e vicino alle coste per la grande quantità di plancton, alimentazione dei cetacei, oppure l’interpretazione della direzione del vento o del riflesso del sole sopra alla pietra solare (anche in caso di nuvole).
Immagine presa da FontiStoriche. Cristallo di Calcite ossia la “Pietra del sole” utilizzata dai vichinghi nella navigazione
Le misure di queste navi variavano dai 15 metri ai 25 metri circa e non è possibile capire l’imponenza finchè non ti ritrovi ad osservarne una dal vivo all’interno di una stanza di un museo, a pensare a come sono state costruite, senza la nostra tecnologia, ai mari che hanno solcato scoprendo nuove terre, nuove culture e aprendo ai nuovi commerci.
Di seguito lascio alcune foto scattate ad Oslo al Museo delle navi vichinghe, uno dei più belli musei che abbia mai visto.
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