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Letizia Destefanis

Il giornalismo sotto copertura di Nellie Bly

La seconda metà dell’800 era ancora chiusa rispetto all’indipendenza femminile e molti lavori erano preclusi alle donne, sebbene in quel periodo, si iniziava ad innescare un senso di rivalsa, specialmente nelle famiglie povere. In questo contesto nasce nel 1864 Elizabeth Jane Cochran, conosciuta nel mondo come Nellie Bly.

Ritratto in bianco e nero di Nellie Bly del 1890 circa

Immagine presa da Wikipedia. Ritratto in bianco e nero di Nellie Bly del 1890 circa

Nata in una numerosa famiglia composta da quindici figli, avuti anche da una precedente relazione del padre, un uomo benestante che morì quando lei era ancora bambina. La madre per non soccombere alla povertà si risposò poco dopo, con un uomo violento e alcolizzato, alla quale Nellie testimonia contro durante il processo di divorzio. Il carattere forte della ragazza uscì presto fuori e non potendo completare i suoi studi, a causa delle condizioni economiche della famiglia, si trasferì a Pittsburg dove iniziò a lavorare come insegnante e non  tardò a rispondere a tono il direttore del Pittsburgh Dispatch,un giornale locale in cui in un  articolo ci si domandava a cosa servissero le ragazze. Il direttore George Madden, rimase talmente colpito dalla lettera che le offrì un posto stabile in redazione e creò per lei lo pseudonimo Nellie Bly, derivante da una canzone di Stephen Foster.

La passione di Nellie per il giornalismo investigativo la fece interessare alle condizioni di lavoro delle donne nelle fabbriche, dichiarando guerra agli industriali e questi le fecero pressione finché non si trasferì in Messico dove divenne una corrispondente, parlando nei suoi scritti delle condizioni sociali e della politica di Porfirio Diaz, fintanto che, anche il Messico la espulse e fece ritorno in patria. Fu una delle poche giornaliste che intervistò  Belva Ann Lockwood, la prima donna candidata alle presidenziali degli Stati Uniti d’America. Anche il divorzio divenne una delle sue battaglie giornalistiche.

Nellie Bly in partenza per il suo viaggio di 72 giorni nel 1889

Immagine presa da Enciclopedia delle Donne. Nellie Bly in partenza per il suo viaggio di 72 giorni nel 1889

Nel 1887 abbandonò la redazione del Pittsburgh Dispatch e si trasferì a New York con la volontà di lavorare al  New York World, un quotidiano, di Joseph Pulitzer. Il primo lavoro al quale si dedicò fu quello di un'inchiesta sulla gestione del reparto femminile del manicomio  New York City Mental Health Hospital su Roosevelt Island, situata a nord-est di Manhattan. Le poche informazioni però non le permettevano di produrre un articolo, quindi si finse pazza e fu internata, diventando una testimone diretta delle condizioni. Nell’articolo “Dieci giorni in manicomio” racconta che le condizioni igieniche erano praticamente inesistenti, il cibo era rancido, le donne povere rifiutate dalla famiglia o emigrate, venivano messe insieme a quelle effettivamente affette da problemi psichiatrici, insomma chi non era pazza ci diventava. Questo episodio  le diede la maternità del termine “giornalismo sotto copertura”, il quale divenne una componente del nuovo giornalismo che si stava sviluppando a fine 1800 e il successo che ebbe l’articolo fece talmente tanto scalpore che furono presi provvedimenti e aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni di vita delle pazienti. Si fece arrestare per raccontare le condizioni delle detenute e negli anni si occupò anche di aborti, sfruttamento delle domestiche, delle operaie e delle condizioni di vita negli istituti di carità.


“Che cosa, tranne la tortura, può produrre la follia più di certi trattamenti? Prendete una donna sana fisicamente e mentalmente, rinchiudetela, tenetela inchiodata a una panca per tutto il giorno, impeditele di comunicare, di muoversi, di ricevere notizie, fatele mangiare cose ignobili. In due mesi sprofonda nella follia.”

Nellie Bly


Grande successo fu il suo libro “Il giro del mondo in 72 giorni” che altro non è che il diario che tenne durante la grande impresa di fare il giro del mondo in meno di 80 giorni, prendendo spunto dal romanzo di Jules Verne, che intervistò in Francia durante il viaggio. Il direttore del giornale Joseph Pulitzer, la aiutò e lei partì il 14 Novembre 1889 e completò il giro il 25 Gennaio 1890, battendo ogni record precedente, anche dal punto di vista dell’emancipazione femminile: fu la prima donna a viaggiare per 40.000 km da sola, senza accompagnatore.

Nellie Bly in età matura

Immagine presa da Pinterest. Nellie Bly in età matura

Nellie Bly lasciò il giornalismo nel 1895 quando sposò  Robert Seaman, un milionario di quarant’anni più grande di lei e che morì meno di dieci anni dopo l’unione. La donna, incapace di gestire le aziende ereditate, sebbene migliorando le condizioni degli operai, facendo addirittura corsi per far imparare a leggere nelle fabbriche, dichiarò bancarotta e allo scoppio della prima guerra mondiale ritornò a fare la corrispondente in Europa per il New York Evening Journal dal fronte austriaco, raccontando in maniera nuda e cruda gli orrori delle trincee. Un ulteriore record battuto, fu quello di essere la prima donna giornalista ad essere corrispondente di guerra e venne poi inserita all’interno del National Women's Hall of Fame, un'istituzione creata nel 1969 per onorare le donne che hanno dato un contributo nel mondo dell’arte, l'atletica, gli affari, l'educazione, il governo, la filantropia e la scienza. Tornata dall’Europa, scrisse articoli sulle suffragette e di cronaca, si impegnò per aiutare gli orfani di guerra e le vedove.

Nellie morì in una camera del St. Mark's Hospital di New York, a causa della polmonite, aveva solo 57 anni e fu sepolta in una tomba modesta, pur avendo raggiunto traguardi importanti per le donne e per gli uomini di metà ‘800.

A lei è stato dedicato un cratere su Venere, il Bly e nella serie tv American Horror Story: Asylum, Lana Winters personifica la figura Nellie Bly, ovviamente con tratti più moderni e sicuramente più horror.


“Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. E mai lo farò”

Nellie Bly


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