Chi era Frida Kahlo prima di diventare un’icona su magliette e gadget?
Si può iniziare con il dire che Frida è la sua arte, le sue opere sono quello che sente, quello che prova, che sogna e vive.
Foto presa da Wikipedia. Ritratto di Frida Kahlo nel 1932, in una della foto scattate dal padre Guillermo Kahlo
Nata nella periferia di Città del Messico, nel 1907 da un papa tedesco che faceva il fotografo e una madre messicana benestante, fin da piccola agiva fuori dagli schemi, non seguendo le regole imposta dalla società dell’epoca. Come in tutte le personalità di spicco, Frida che studia al Collegio Aleman, una scuola tedesca, per diventare medico, nei primi giorni di settembre del 1925, a diciotto anni, si trova nel mezzo di un incidente stradale che la porta a rivalutare tutta la sua esistenza. In quell’incidente si rompe la colonna vertebrale in tre punti, il femore, il piede e una spalla, ci vollero ben 32 operazioni e il riposo assoluto per diverso tempo prima di ritornare ad una vita normale. Il tempo che aveva a disposizione durante il la costrizione a letto, fu la spinta per liberare la sua vera essenza: da sempre ribelle di carattere, ama dire di “essere nata con la rivoluzione messicana”, frequentare socialisti e leggere libri comunisti.
“Sono nata con una rivoluzione. Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita.”
Frida Kahlo
Immagine presa da Arte.it. "Autoritratto con vestito di velluto", 1926, Museo Dolores Olmedo, Messico
È in questo periodo che inizia a dipingere: la sua prima opera è un autoritratto visto che la sua immagine riflessa su uno specchio era l’unica cosa che la ispirava, che poteva osservare e studiare. Finito il periodo di malattia, tolto il gesso del busto, riesce a camminare, ma con forti dolori, che si porterà a dietro tutta la vita.
A questo punto, per voler contribuire finanziariamente in famiglia si approccia all’arte in maniera più concreta e porta a vedere i suoi dipinti al muralista Diego Rivera, che ne rimase subito colpito e la inserisce nei movimenti culturali e politici comunisti messicani. La giovane partecipa attivamente alle manifestazioni e diviene presto un’attivista nel partito, al contempo, si innamora perdutamente di Rivera, pur avendo sedici anni di differenza. Il matrimonio arrivò nel 1929, dopo appena tre mesi Frida rimase incinta, ma le fu consigliato di abortire perché a causa dei traumi dovuti all’incidente era rischioso portare a termine una gravidanza, così fece.
Immagine presa da La Repubblica. Frida Kahlo e il marito Diego Rivera
Non mancarono i tradimenti da parte di Diego, anche con la sorella della pittrice e conseguentemente alla sofferenza sentimentale anche Frida tradì il marito, talvolta anche con donne. Seguirono quattro anni negli USA dove Rivera aveva ricevuto una commissione al Rockefeller Center di New York, poco dopo revocati a causa di un murales raffigurante un operaio con il volto di Lenin. Negli Stati Uniti, Frida scoprì di essere incinta per la seconda volta, era il 1932 e in questo caso, la pittrice volle portare avanti la gravidanza anche a rischio della sua vita, ma il bambino non riuscì a posizionarsi correttamente a causa della frattura al bacino ed ebbe un aborto spontaneo.
Immagine presa da Frida Kahlo. "Henry Ford Hospital (The Lost Desire, The Flying Bed)", 1932, Dolores Olmedo Museum, Messico
Fu ricoverata all’ospedale per tredici giorni ed è su quel letto che dipinge “Ospedale Henry Ford (o letto volante)” (1932). Il quadro rappresenta la perdita, non solo di un figlio, ma della speranza di poter vivere la maternità e per quanto sia leggibile, intuibile, è di una profondità disarmante che arriva all’osservatore come una morsa di dolore nello stomaco. Frida è posta su un letto d’ospedale, troppo grande per lei che è piccola a causa della paura. Il tema delle grandezze, in questo dipinto è fondamentale per capire la misura delle cose secondo la pittrice, ad esempio il ventre è ancora gonfio, perché è ancora la casa del bambino mai nato. È proprio dall’addome che partono sei vene: la prima collegata ad un guscio di lumaca simbolo della nascita e del concepimento, al centro si trova il feto, troppo grande sinonimo dell’amore che provava per il figlio e per il desiderio di diventare madre. A sinistra si trova un tronco umano sotto forma di manichino, simbolo che il suo corpo non è reale, ma fittizio e per questo incapace di donare la vita. In basso lo sterilizzatore dell’ospedale ci fa capire che Frida fa un paragone con il suo corpo che ha ingranaggi che non funzionano e infine troviamo un’orchidea viola, il regalo che Diego le aveva portato durante il ricovero e il bacino umano, causa dell’aborto e dalla sua impossibilità a diventare madre.
Immagine presa da Cultura. "Le due Frida", 1939, Museo di arte moderna, Messico
Tornati in Messico, i due decisero di vivere in due case separate, collegate solo da un ponte esterno, per avere ognuno i suoi spazi artistici. Questi spazi artistici molto probabilmente, sono dovuti alla terza e ultima gravidanza a cui fu sottoposta ad aborto. Il dolore emotivo degli aborti, la spinse ad avvicinarsi alla cultura precolombiana e affermare l’identità messicana anche da un punto di vista estetico, non solo artistico: inizia ad indossare abiti Tehuantepec, del Messico meridionale sul quale si fondava una società matriarcale, dove le donne avevano il comando dei mercati e di tutte le questioni che, nel resto del paese, erano stigma maschile. L’emancipazione delle donne in Messico, arriva principalmente dalla politica, lei era una delle tante militanti nel partito che grazie all’indipendenza e all’autodeterminazione raccoglieva sempre più consensi nella popolazione femminile.
Immagine presa da Wikipedia. Museo Frida Kahlo, Città del Messico, fondato da Diego Rivera
Sebbene si dichiara surrealista, l'arte di Frida è più subconscia: un percorso interiore che cerca di esporre, nella maniera più semplice e leggibile, gli avvenimenti della sua vita. Dal 1944 iniziò a scrivere un diario, nel quale parole e immagini si intrecciano tracciando un monologo interiore con sé stessa.
Le ultime parole scritte sul suo diario sono:
"Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più."
Frida Kahlo
Prima di spegnersi per un'embolia polmonare nel 1954 ed essere cremata e deposta nella sua “Casa Azul” a Città del Messico, diventato il Museo Frida Kahlo.
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