Da sempre gli studiosi si sono chiesti come si viveva nei diversi periodi storici ed è solo grazie ai ritrovamenti e alle testimonianze degli storici dell’epoca, Paolo Diacono ne è un esempio per la storia longobarda (se vuoi leggere qualcosa in più sulla storia dei longobardi ti consiglio questo articolo https://www.lastanzaverde6.com/post/longobardi-nascita-e-caduta-di-un-popolo ), che siamo riusciti a ricostruire i costumi e i comportamente abituali delle epoche passate. Proprio per questo motivo, molte sono le opere letterarie che sono arrivate fino ai nostri giorni e rappresentano delle vere e proprie guide sui comportamenti da avere all’interno della società, come il Galateo e l'etichetta.
Immagine presa da L'armadillo editore. Volume del "Galateo" di Giovanni della Casa, stampano a Venezia nel 1754
Il più famoso di questi testi è sicuramente, il “Galateo”, scritto nel 1551 circa da Giovanni della Casa, suggerito molto probabilmente da Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa. L’opera è scritta sotto forma di dialogo, su una serie di osservazioni brevi della buona creanza, esse sono rese piacevoli da una bonaria ironia e un discreto senso dell’umorismo. Le regole di comportamento all’interno del “Galateo”, sono pensate per produrre un vivere civile improntato sul comportamento piacevole e famigliare. La lingua e lo stile di questo autore si rifanno a quelli di Boccaccio, prendendo però la sintassi del suo periodo, quello rinascimentale, più snodato, rapido e adeguato allo stile parlato.
Immagine presa da Wikipedia. "Monsignor della Casa", Pontormo, 1541 - 1544, National gallery of art, Washington D.C., Stati Uniti
“E come i piacevoli modi e gentili hanno forza di eccitare la benivolenza di coloro co’ quali noi viviamo, così per lo contrario i zotichi e rozzi incitano altrui ad odio et a disprezzo di noi.”
“Galateo”, Giovanni della Casa
Prima di Giovanni della Casa, nel 1530 fu Erasmo da Rotterdam, un teologo olandese a scrivere “De civilitate morum puerilium” un'opera atta all’educazione dei bambini, scritta sotto forma di regole comportamentali, dalla quale l’autore del nostro Galateo, prese spunto.
Immagine presa da Wikipedia. "Ritratto di Madame Campan" (prima cameriera di Maria Antonietta, il quale doveva seguire una rigida etichetta per servire la regina di Francia), Joseph Boze, 1786, Palazzo di Versailles, Francia
Uguale nel contenuto, ma diversa nel nome è l’etichetta, usata principalmente in Spagna e Francia, dove la parola deriva direttamente da etica, quella branca della filosofia che si occupa di ciò che è moralmente corretto. In Francia specialmente, l’etichetta raggiunse il suo apice con il re Luigi XIV, che ordinò che ci fosse un gran maestro delle cerimonie, ossia colui che doveva controllare che qualsiasi azione all’interno della corte di Versailles fosse eseguita secondo le norme dell’etichetta. Queste regole non facevano altro che alzare il prestigio del re posto al vertice della gerarchia sociale, e poi a seguire quello dei nobili. Lentamente queste norme, estremamente rigide, divennero fuori moda e insopportabili per tutti e vennero in parte lasciate da parte.
Immagine presa da Wikipedia. "Primo ricevimento ufficiale nella Galleria degli Specchi : la visita del doge di Genova il 15 maggio 1685", Claude-Guy Hallé, 1715, Palazzo di Versailles, Francia
Sebbene secoli siano passati dalla stesura del “Galateo” e l’etichetta da tenere a Versailles, ancora oggi ci sono regole di comportamento da mantenere all’interno della società per essere educati e rispettosi verso gli altri. Queste norme sono in continuo mutamento insieme alla stessa società, come l’abbigliamento da indossare ad un matrimonio, come mangiare al ristorante, come ci si comporta al cinema, e tantissimi altri esempi, sono norme di comportamento derivate dall’etica, che fonda le sue radici addirittura nell’impero romano.
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