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Letizia Destefanis

David, un'eroe in continua trasformazione

Golia era un gigante che terrorizzava gli ebrei, così un giorno, un giovane ragazzo coraggioso e di bell’aspetto lo sfidò a duello, alla fine del quale, il gigante tramortito dal lancio di una pietra con la fionda, viene decapitato e ucciso dal ragazzo.  David, il nome dell’eroe, acclamato dal popolo ebreo, venne incoronato re di Israele, suo figlio è Salomone e i suoi scritti compongono un libro della Bibbia. Davide e Golia, una delle storie più celebri della Bibbia.

Ma come viene rappresentato nelle sculture di ogni epoca David, un'eroe in continua trasformazione ?

La forza fisica e morale non è rappresentata nel 1900 da Giacomo Manzù (1908 - 1991) il quale, nel suo  “David” del 1938, soprannominato “il piccolo bronzo” per le dimensioni contenute (circa 40 cm), ne mostra l’intima essenza, rifiutando iconografia classica. L’eroe è un bambino accovacciato, nudo, delicato ed esile, come il metallo che è talmente lucido da sembrare liquido. Il giovane è pensieroso, molto probabilmente non è convinto della missione, più grande di lui, che deve compiere e si chiude su se stesso, impaurito, aspettando l’intervento divino.

"David", Giacomo Manzù, 1938, bronzo, Raccolta Manzù, Roma

Immagine presa da Storia dell'arte. "David", Giacomo Manzù, 1938, bronzo, Raccolta Manzù, Roma

Visione molto diversa è quella di Gian Lorenzo Bernini (1598 - 1680) che durante il periodo Barocco, lascia da parte gli ideali rivoluzionari di libertà tipici dell’epoca, per un approccio più calcolato. La statua è stata commissionata e il suo collocamento era al centro di una sala, per dialogare con lo spazio in tutte le direzioni. Bernini rappresenta il momento di massima tensione, ossia quello del lancio: ogni muscolo è teso, le sopracciglia aggrottate, il labbro morso nella concentrazione.

"David", Gian Lorenzo Bernini, 1623-1624, marmo, Galleria Borghese, Roma

Immagine presa da Artesplorando. "David", Gian Lorenzo Bernini, 1623-1624, marmo, Galleria Borghese, Roma

Il Rinascimento ci dona due versioni del David: nel 1475 il Verrocchio (1435 - 1488) realizzò per la famiglia de’ Medici, una scultura in bronzo dall’aspetto di un giovane adolescente in abiti aristocratici, sicuro nell’atteggiamento e a suo agio nella vittoria, metafora per descrivere l’ascesa della potenza medicea. Troviamo un forte realismo nei dettagli anatomici, come le vene in rilievo dovute allo sforzo e gli ornamenti della corazza e del gonnellino. 

"David", Verrocchio, 1472-1475, bronzo, Museo nazionae del Bargello, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "David", Verrocchio, 1472-1475, bronzo, Museo nazionae del Bargello, Firenze

Opposto sia al Verrocchio che al Bernini è la versione del David più iconica, simbolo della città di Firenze, quella di Michelangelo (1475 - 1564). Concepita inizialmente per la facciata di Santa Maria del Fiore, venne posta all’ingresso di Palazzo vecchio (quella presente oggi è  una riproduzione del tutto identica all’originale, anche per quanto riguarda le dimensioni enormi, circa 4,30 metri) come simbolo della ribellione dei deboli sullo sfruttatore. Il David è rappresentato prima della lotta,  in cui l’esito è ancora incerto e sta studiando le mosse  del  gigante. Il suo sguardo è potente, coinvolgente, proprio perché il futuro è in divenire e tutto può succedere. Sebbene non sia proporzionato, infatti la mano lungo il fianco è troppo grande, anche se è quello che lo porterà alla vittoria, viene rappresentato semplicemente un uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti e non ancora  l’eroe. 

"David", Michelangelo, 1501-1504, marmo, Accademia, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "David", Michelangelo, 1501-1504, marmo, Accademia, Firenze

Donatello (1386 - 1466) affrontò per ben due volte il David, il primo, in marmo, in giovane età nel 1409 e il secondo, in bronzo, nel 1440. Entrambi rappresentano l’eroe dopo la vittoria. Nel primo, abbiamo un ragazzo con una veste drappeggiata in una posa sinuosa, il viso impassibile, tipicamente gotico, in quello successivo il giovane è un guerriero, completamente nudo a parte il cappello e i calzari, consapevole della vittoria e delle sue conseguenze nel futuro. Esso fu posto, in un primo momento, su una colonna nel cortile del palazzo Medici-Riccardi a Firenze, successivamente confiscato e portato a Palazzo Vecchio come simbolo di libertà. 

A sinistra "David", Donatello, 1409, marmo, Museo nazionale del Bargello, Firenze. A destra "David", Donatello, 1440, bronzo, Museo nazionale del Bargello, Firenze.

Immagine presa da Arteworld. A sinistra "David", Donatello, 1409, marmo, Museo nazionale del Bargello, Firenze. A destra "David", Donatello, 1440, bronzo, Museo nazionale del Bargello, Firenze.

In tutte le epoche il David è stato un simbolo di lotta, di libertà dall’oppressore, specialmente nel Rinascimento fiorentino dove è una sorta allegoria militare e politica.


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