Bisanzio, Costantinopoli e Istanbul, tre nomi per chiamare la stessa città, centro culturale, politico e religioso, contesa per secoli tra ottomani e cristiani, dal 1985 parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Ci sono due luoghi che più identificano questa città: la cattedrale di Santa Sofia e la Cisterna Basilica di Istanbul.
La costruzione di Santa Sofia cominciò nel 532, grazie ai geometri e matematici Antemio di Tralle e Isidoro da Mileto, sul sito della basilica costantiniana, distrutta da un incendio. Dedicata alla Santa Sofia, il cui nome significa “sapienza di Dio”, dalla data di costruzione fino al 1453 (fine dell’Impero Romano d’Oriente) fu una cattedrale cristiana bizantina, successivamente divenne una moschea ottomana, fino al 1931 quando venne sconsacrata. Nel 1935 diventò un museo, per finire nel 2020 di nuovo come moschea. L’aspetto attuale è gran parte quello originale, anche se a seconda del culto, gli spazi sono stati riconvertiti.
Immagine presa da bisanzio.it . Pianta della cattedrale di Santa Sofia a Istanbul
La cattedrale ha sia una pianta centrale che longitudinale, il corpo dell’edificio ha una forma quadrata leggermente allungata (69.7 x 74.6 metri) con una sola abside poligonale aperta sul lato orientale, mentre dalla parte opposta si trovano un atrio colonnato e un nartece (una struttura tipica delle basiliche bizantine, uno spazio posto tra le navate e la facciata principale). L’interno è suddiviso in tre navate: quello centrale formato da quattro enormi piloni che formano un quadrato che si prolunga in due trapezi definiti da colonne. L’area quadrata è coperta dalla cupola di 31 metri di diametro, i trapezi sono coperti da due mezze cupole. All’esterno quattro contrafforti alle spalle dei piloni principali aiutano a risolvere i problemi di stabilità creati dalla grande cupola, una delle caratteristiche maggiormente studiate della basilica: grazie all’aiuto di pennacchi che permettono la transizione dal quadrato alla semisferica, un ingegno mai visto prima. Rimase la cupola più grande del mondo fino al 1436, dove Brunelleschi con la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, prese il primato con 45 metri di diametro. I muratori inoltre utilizzarono per la prima costruzione, più malta che mattoni, il che indebolì la struttura che cedette durante un terremoto, deformando le pareti sottostanti. Nella ricostruzione del 562 le pareti vennero sistemate, la cupola alzata di sei metri in modo da scaricare più facilmente il suo peso lungo le pareti.
Immagine presa di Wikipedia. Esterno della cupola e minareti della Cattedrale di Santa Sofia di Istanbul
La grande cupola presenta 40 finestre che donano un effetto mistico alla cattedrale, la luce che rimane soffusa non permette al visitatore di cogliere bene la struttura interna dell’edificio, trasmettendo una sensazione di “mistero divino”. L’illuminazione a Santa Sofia è un punto molto interessante; essa entra dall’abside e dalle navate minori attraverso due ordini di finestre ad arco. Il colore principale all’interno è l’oro, talvolta interrotto da mosaici post-iconoclasta (un movimento in cui le immagini sacre erano viste come idolatria anziché celebrazione) di santi. Dal momento in cui divenne moschea per la prima volta, furono creati quattro minareti dalla quale il muezzin (addetto alla moschea) chiama i fedeli alla preghiera e il matroneo, una galleria sopra alle navate laterali riservato alle donne. La cattedrale di Santa Sofia ad Istanbul rimane un esempio tra i più belli di questo tipo di architettura.
Immagine presa da Scoprire Istanbul. Interno della cattedrale di Santa Sofia di Istanbul
La Cisterna Basilica o letteralmente “palazzo sommerso” è la più grande cisterna sotterranea di Istanbul. Fu costruita nel 532 da Giustiniano, ampliando la struttura già presente durante il periodo bizantino. La cisterna era alimentata dall’acquedotto di Valente che partiva da Belgrado, una dei più lunghi del periodo romano. L'acqua serviva i ricchi palazzi della zona fino alla residenza dei sultani a Topkapi. Gli ottomani, che avevano rigide regole comportamentali e preferivano l'acqua corrente rispetto a quella di cisterne e pozzi, per questo la lasciarono in completo abbandono. Fu riscoperta solo nel 1544 da un olandese, P. Gyllius, mentre viaggiava per alcune ricerche archeologiche sulle rovine di Bisanzio.
Immagine presa da Artribune. Colonnato della Cisterna Basilica di Istanbul
Fu restaurata la prima volta dall’architetto Kayserili Mehmet Ağa nella prima metà del 1700 diventando meta turistica e successivamente nella seconda metà del 1800. Un massiccio restauro è stato fatto nel 1987 con un successivo consolidamento finito nel 2022 che ne ha ridisegnato il percorso turistico. La cisterna è composta da 336 colonne in uno spazio veramente enorme di 140 x 70 metri. Le colonne presentano capitelli di vari stili, risultato del riutilizzo di materiali provenienti da altri siti, mentre i muri sono spessi quattro metri e rivestiti con una speciale malta impermeabile. Sono particolari due enormi teste di Medusa rovesciate, originarie molto probabilmente dell’arco monumentale del foro di Costantino che fanno da base alla colonna.
Immagine presa da Wikipedia. Particolare della testa alla base della colonna nella Cisterna Basilica di Istanbul
L’acqua presente oggi è minima, giusto per la sopravvivenza dei pesci che ci abitano e l'ambiente è in ottime condizioni. Grazie al suo fascino, la Cisterna Basilica è stata sceneggiatura di diversi capitoli di videogames come Assassin’s Creed: Revelation e Dracula 5: il retaggio di sangue.
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