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Letizia Destefanis

Arte e amanti di Pablo Picasso

La nascita di Pablo Picasso equivale alla nascita del cubismo, quel movimento artistico in cui ogni elemento figurativo passa attraverso il cubo e viene scomposto, viene guardato attraverso ogni angolazione per capirne il contenuto. Pablo è nato a Malaga nell’ottobre del 1881, vive fin da subito in rapporto con l’arte: il padre è professore d’arte e conservatore del museo della città.

Foto ritratto di Pablo Picasso, 1962

Immagine presa da Wikipedia. Foto di Pablo Picasso, 1962

Si può dire che fin dalla tenera età sappia disegnare perfettamente, seguendo i canoni dell’arte realista.


“Impara le regole come un professionista, affinché tu possa infrangerle come un artista.”

P. Picasso


L’interesse per l'arte lo porta a Parigi a soli diciannove anni, lì trova le suggestioni di Toulouse-Lautrec, di Bounard, degli impressionisti, dando l’idea di voler sperimentare. Con la morte dell’amico Casagemas nel 1901 si apre per lui il “periodo blu”: la tristezza si rivela all'osservatore tramite le tonalità azzurre e blu, il dolore si ritrova nella magrezza dei personaggi, gli abbracci diventano posizioni avvolgenti, un groviglio di emozioni per chiedere aiuto e supporto morale. Ne sono un esempio “Il pasto frugale” (1904) e “La vita” (1903). A partire dal 1904 Picasso abbandona le tonalità fredde per aggiungere i colori rosa, arrivando appunto al “periodo rosa”. I protagonisti sono gli artisti del circo il cui vigore fisico è svuotato da ogni energia e gli sguardi risultano assenti, come in "Famiglia di saltimbanchi" (1905).

 "Famiglia di saltimbanchi" P. Picasso, 1905, National Gallery of Art di Whashington

Immagine presa da Arteworld. "Famiglia di saltimbanchi" P. Picasso, 1905, National Gallery of Art di Whashington

Abbandonato questo percorso, si avvicina alla semplificazione delle forme: i colori variano sulle tonalità del grigio e dei marroni, i contorni delle figure diventano spessi e neri a significare la presenza dell’artista all’interno del quadro. I suoi maestri in questo periodo sono Cézanne, Matisse con l’arte africana e i Fauves con il Primitivismo. Opera a filo con la nascita del cubismo è l’ ”Autoritratto” (1906).

È il 1907 quando dopo un lungo periodo di gestazione e un gran numero di schizzi, nasce “Demoiselles d'Avignon" definita da molti il primo quadro cubista.


"Ogni capolavoro viene al mondo con una dosa di bruttezza congenita. Questa bruttezza è il segno della lotta del suo creatore per dire una cosa nuova in una maniera nuova”

P. Picasso

 "Damoiseles d’Avignon" P. Picasso, 1907, New York, Museum of Modern Art (MoMa)

Immagine presa da Analisid ell'opera. "Damoiseles d’Avignon" P. Picasso, 1907, New York, Museum of Modern Art (MoMa)

È così che l’artista definisce questo quadro nella “fase primitiva” del cubismo in cui è la sintesi figurativa a farla da protagonista. Diversa è la fase del “cubismo analitico" in cui gli oggetti sono scomposti sulla tela, il colore non ha significato e si annulla la distinzione tra figura e sfondo. Nel “cubismo sintetico" invece vengono inseriti caratteri tipografici incompleti per dare un aiuto all’osservatore a capire meglio l’insieme dell’opera. In parallelo con il cubismo, Picasso continua a sperimentare rendendo la sua personalità una tra le più complesse dell’intero mondo dell’arte.

Nel 1917 recatosi in Italia per la realizzazione di scenografie e costumi per il balletto del francese Jean Cocteau, si avvicina al neoclassicismo in cui le regole ritornano ad essere canoniche, gli elementi sono definiti ed espressivi, troviamo tutto in “Ritratto di Olga in poltrona”. Una piccola parentesi è quella surrealista in cui ci sono aspetti classicheggianti e autobiografici in cui la corrida e la storia del Minotauro la fanno da protagonista.

"Ritratto di Olga in poltrona" P. Picasso, 1917, Musèe National Picasso - Parigi

Immagine presa da Caffetteria delle more. "Ritratto di Olga in poltrona" P. Picasso, 1917, Musèe National Picasso, Parigi

L’unica opera che l’artista definisce davvero simbolica è "Guernica" del 1937 eseguita su commissione del governo spagnolo per l'esposizione internazionale di Parigi e diventata il manifesto della crudeltà della guerra. Le dimensioni della tela sono immense: quasi tre metri e mezzo per otto e la scena è presa dai bombardamenti tedeschi dell'omonima cittadina spagnola di Guernica. Picasso giunge alla versione definitiva solo dopo numerosi studi, ma di base regnano l’orrore, la morte e la disperazione, avendo una presa molto forte a livello emotivo che si contrappone alla speranza. L’intensità è data anche dai colori: il nero e il bianco.

"Guernica" P. Picasso, 1937, Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

Immagine presa da Analisi dell'opera. "Guernica" P. Picasso, 1937, Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

Nell’ultimo periodo della sua vita, Picasso si dedica alle decorazioni delle ceramiche, la sua pittura invece diventa più semplice e lineare, fino alla sua morte avvenuta nell’aprile del 1973 a Mougins.


Ma se Picasso come artista ha dato tantissimo al mondo dell’arte, non si può dire lo stesso per quanto riguarda le relazioni con tutte le sue amanti. Era noto già all’epoca come gli artisti amassero frequentare le loro modelle e non fu diverso per Picasso, anche se molte, prima di diventare modelle divennero le sue amanti. Si dice che ci sia una vera e propria maledizione su quelle donne che hanno avuto la possibilità di amarlo e si sono fatte amare da lui, in quanto almeno tre non hanno avuto una fine serena.

La prima ad esempio fu Eva Gouel, la donna di un suo amico e che a quest’ultimo, Picasso rubò, prima che la poveretta morisse di tubercolosi nel 1915.

Foto di Pablo Picasso and Olga Khokhlova, circa 1918

Immagine presa da Sul romanzo. Foto di Pablo Picasso e Olga Khokhlova (1891 - 1955), circa 1918

Poi fu il turno di Olga Khokhlova, una ballerina ucraina che incontrò quando lavorò con l’amico Jean Cocteau e il suo balletto, del quale la ragazza faceva parte. Olga lasciò la danza per stare con lui e si sposarono con rito ortodosso nel 1918 pur avendo tutta la famiglia dell’artista contro. Con la nascita del figlio Paulo (1921) l’atteggiamento dell’artista cambiò e fu solo la prima di una lunga serie di allontanamenti dovuti alla maternità, come se le donne perdessero ogni attrazione per lui. Fu così che iniziò a condurre una doppia vita intraprendendo una relazione con Marie-Thérèse Walter, molto più giovane di lui. Olga scoprì la relazione quando l’amante del marito, rimase incinta e ne fu devastata, ma rimase sposata con lui fino alla sua morte, dovuta al cancro, nel 1955. L’artista fino a quel momento condusse due vite separate e parallele tanto che le opere che raffigurano l’amante furono nascoste fino al 1932. Alla scoperta della relazione Picasso iniziò a vivere con entrambe nella stessa casa, ma la maternità sconvolse di nuovo il suo atteggiamento.

 Marie-Thérèse Walter (1909 - 1977)

Immagine presa da Timenote. Marie-Thérèse Walter (1909 - 1977)

Solo dopo due mesi la nascita Maya (1935) Picasso aveva già un’altra amante Dora Maar, anche lei artista. Marie-Thérèse a quel punto si allontana da lui, ritirandosi a vita privata, ma l’artista continuerà a visitarla di tanto in tanto e alla morte di Olga le chiederà di sposarlo, al suo rifiuto non lo rivedrà mai più e devastata si suiciderà nel 1977.

Dora Maar è cresciuta in Argentina e ha studiato all'Académie Julian, l’accademia di belle arti femminile. È ambidestra, politicamente impegnata e fu per loro un colpo di fulmine durante un incontro a farli approfondire la conoscenza. Durante i primi tempi della loro relazione che Picasso, dipinse “Guernica”. Basta però l’incontro con la pittrice François Gilot a diventare la terza donna tradita da Picasso. Dora troncò subito la relazione e venne rinchiusa in una clinica e sottoposta ad elettroshock per curare gli strascichi depressivi dovuti alla fine del rapporto. Morì nel 1973 sola e dopo aver venduto i quadri di Picasso per mantenersi.

 Foto di Picasso e Dora Maar (1907 - 1973)

Immagine presa da The Times. Foto di Picasso e Dora Maar (1907 - 1973)

L’incontro con François avvenne casualmente in un ristorante e la relazione iniziò nel 1946. I due ebbero due figli Claude (1947) e Paloma (1949) e rimasero insieme per dieci anni, molto probabilmente perché l’artista aveva già una certa età. La relazione finì nel 1953 dopo che Picasso ritrasse la cognata, sorella di François, come una capra incinta. Pablo amerà per tutta la vita François, aprendogli le porte dell’arte senza che lei lo sapesse.

Foto di Robert Capa con Picasso e François Gilot (1921 - ...) scattata nel 1948

Immagine presa da Pinterest. Foto di Robert Capa con Picasso e François Gilot (1921 - ...) scattata nel 1948

Jacqueline Roque, una ceramista fu la sua ultima conquista, pur avendo tantissimi anni di differenza (lei 26 e lui 72). Il lunghissimo corteggiamento culminerà con il matrimonio nel 1961 che durerà fino alla morte dell’artista spagnolo nel 1973. A lei dedicherà più di 400 ritratti e l’eredità che dovrà in qualche modo spartire con la Gilot.


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