Perché la popolazione alto medioevale vedeva l’anno 1000 come la fine di tutto, o meglio, perché gli storici hanno inventato questa ennesima falsità sull’epoca di mezzo?
Sfatiamo il mito per cui gli uomini avevano paura di attraversare il millennio, questo perché erano ben pochi a sapere la data, anche solo il giorno, figuriamoci l’anno. L’altissimo tasso di analfabetismo faceva sì che, il calendario, fosse scandito dalle stagioni, dai raccolti e dalle ricorrenze cristiane e che non esistessero festeggiamenti per il nuovo anno. Solo il clero, quello colto, che sapeva leggere e scrivere, sapeva in che anno erano. Detto questo, l’anno 1000 ha davvero portato cambiamenti, ma tutt’altro che apocalittici: l’agricoltura, lo sviluppo demografico, la nascita dei comuni, insomma, miglioramenti della vita quotidiana alto medioevale.
Immagine presa da Wikipedia. Miniatura presa dal trattato "Nuremberg Chronicle" che rappresenta Roma nell'anno 1000
Lo sviluppo demografico è un elemento caratteristico del primo secolo dopo l’anno 1000, sebbene non esistevano dei censimenti anagrafici per calcolare con precisione questo dato. In compenso ci accorgiamo della crescita demografica attraverso altri elementi: la necessità di sfamare sempre più persone, l’aumento degli accampamenti rurali all'interno di una proprietà, ad esempio su un manso (un terreno con una casa, dato dal signore in gestione ai contadini, in cambio di prestazioni d’opera) vivevano più famiglie, si ampliano le superfici coltivabili. Una sorta di conferma l’abbiamo attraverso i documenti dei dominici (funzionari mandati dall’Imperatore), che registrano la crescita demografica con picchi anche tripli rispetto ai secoli successivi, ovviamente, il livello non è minimamente paragonabile alla crescita attuale. Non si sa di preciso quale sia stata la spinta di questo incremento, ma forse sono venute meno le condizioni che la impedivano, ad esempio: l’instabilità, i pericoli, le violenze e anche le condizioni climatiche. Secondo alcuni studi, il clima stava ritornando più caldo, lasciando alle spalle della popolazione alto medioevale il clima più rigido e poco incline allo sviluppo sia demografico che agricolo.
Immagine presa da Festival del Medioevo. Venezia in una stampa di fine Ottocento
Le bonifiche di terre e boschi da girare in terreni pronti per la coltivazione, hanno fatto sì che l’agricoltura si aprisse a nuove tecniche e migliorie. La rotazione triennale venne perfezionata, specialmente nel nord Europa, l’aratro pesante trainato da animali da lavoro, come i bovini e gli equini, venne definitivamente introdotto, e anche se non sono creazioni di quest’epoca, ma di quella precedente, vengono migliorate col fine di usarle nel quotidiano. Le popolazioni contadine all’interno del distretto agrario, si specializzarono in un solo tipo di agricoltura, questo perché la selezione di semenze migliori, aumentava la quantità del prodotto nel raccolto sia ad uso alimentare delle famiglie, che il surplus commerciabile, agevolando l’economia.
Immagini prese da Wikipedia. Miniatura da "Les Très Riches Heures du duc de Berry"
Lo sviluppo delle signorie segna anche dei diritti e dei doveri tra padroni e manovalanza: i signori avevano il diritto di prelevare prodotti e tributi sulle coltivazioni dei contadini, essi erano obbligati a versare al signore locale un reddito che poteva essere costituito dal surplus o dal denaro ricavato dalla vendita di quest’ultimo. In cambio il signore aveva l’obbligo di proteggere la popolazione rurale. Lo stesso nobile, prelevando da più contadini aveva ciò che gli basta per sfamarsi e il surplus da commercializzare, con il ricavato poteva investire in beni di lusso o costruire edifici, ad esempio i castelli iniziano ad essere in pietra, non più torri in legno, oppure chiese e monasteri, solitamente per lavarsi le mani dai peccati commessi. I signori cercavano di far parte delle organizzazioni contadine, quei movimenti spontanei spesso promossi dal nobile stesso. L'accumulo signorile, operava comunque un’oppressione sui contadini, anche se si aprono nuovi commerci e nuovi mercati.
Con lo sviluppo dell’agricoltura, si iniziano a scorporare i beni, nascono le specializzazioni, non connesse ai luoghi di produzione agraria, ma alle lavorazioni manifatturiere. Con la separazione della produzione di beni iniziò ad esserci il problema dello scambio con la necessità di ampliare il mercato.
Immagine presa da Affascinarte. Scena di un mercato con le botteghe medioevali
L’economia a questo punto si riorganizzò sulla base del mercato che diventa la base trainante dello sviluppo economico europeo, ancor prima delle grandi rivoluzioni economiche, c’è quella commerciale. Il bisogno di scambio e di trasformare il prodotto in moneta per l’acquisto di altri beni si pone in questi secoli in maniera predominante: ci sono già aree di commercio molto grandi come quel del Mar del Nord e ad oriente nel Mar Nero, in cui i fiumi diventano la principale via di scambio di beni di lusso. Nel primo secolo del 1000 la moneta inizia a circolare più intensamente in Europa e la ragione sta nella grande quantità d’argento presente nelle casse dei sovrani.
Immagine presa da Imparare con la storia. Una scena di un mercato in una miniatura del secolo XIV, "Le chevalier errant" Bibliothèque Nationale de France
Con gli scambi si sviluppano anche le città, Amalfi e Venezia diventano i due principali porti di scambio tra oriente e nord Europa, grazie alla posizione strategica. I generi di beni che le attraversano sono principalmente prodotti di lusso, ma anche spezie ed incensi. La costruzione di chiese e muri esterni che racchiudono il centro della città, fan sì che un numero sempre maggiore della popolazione alto medievale si sentisse al sicuro e si spostasse dalle campagne all’interno delle città che, governate dalle autorità, divennero i luoghi preferiti di scambio e di sviluppo della manifattura, creandone un nuovo riassetto. All’interno di quest’ultime, nascono nuove figure specializzate nella gestione, dell'autorità civile e religiosa e nuovi servizi giuridici.
Immagine presa da Il palazzo di Sichelgaita. Visione di porto di Genova in una miniatura dal trattato “Sui Sette vizi capitali” di Cocarelli.
Sommando tutti questi elementi, è evidente come l’anno 1000 sia una rinascita, la fine si può definire per il periodo precedente, l’Alto Medioevo, in cui non vi era nessuna possibilità di sviluppo.
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