Amedeo Modigliani nacque a Livorno nel 1884 in una numerosa famiglia ebrea, non osservante e già nel periodo della sua nascita il nucleo familiare stava attraversando un periodo non particolarmente florido dal punto di vista economico. La madre, nata a Marsiglia, si occupò dell’istruzione dei quattro figli e fondò una piccola scuola materna i cui ricavati, riuscirono a risanare il dissesto economico.
La salute del piccolo Amedeo non fu mai perfetta, tra le malattie che lo colpirono in giovane età ci furono la pleurite, la febbre tifoide e la tubercolosi che lo costrinsero a continui soggiorni a Capri, la cui aria gli faceva bene, nel mentre a Piacenza, il fratello Giuseppe Emanuele, che dirigeva un giornale socialista, fu arrestato e condannato a sei mesi di carcere.
Immagine presa da Wikipedia. Ritratto in bianco e nero di Amedeo Modigliani (1884-1920) del 1918
Abbandonò gli studi per via della salute cagionevole, Modigliani si impegnò così tanto nel disegno che divenne una vera e propria passione, eccellendo. Proprio durante un pesante peggioramento della malattia chiese alla madre di poter avvicinarsi al pittore Giovanni Fattori e alla sua scuola, quella dei macchiaioli dalla quale apprese le basi della sua personale arte. Dalla scuola di nudo di Fattori a Livorno, si trasferì all’Accademia di belle arti di Venezia per poi stabilirsi a Parigi nel 1906.
La Parigi in cui visse Amedeo Modigliani fu quella delle avanguardie, sebbene lui non si avvicinò mai del tutto allo stile avanguardista, ma piuttosto creò una sua identità stabile all’interno del centro di Montmartre, insieme allo scultore rumeno Constantin Brancusi (Pestisani Gori 1876 - Parigi 1957), Marc Chagall (Vitebsk 1887 - Saint Paul de Vence 1985) e il lituano Chaim Soutine (Smilovitchi 1894 - Champigny 1943). L’arte di Modigliani rimase lontano dall’influsso del Cubismo, dal Fauvismo, movimenti che iniziavano a dare scandalo nella capitale francese, ma anche i primi successi. Il filo che lo lega all’arte tradizionale continua anche nella rappresentazione con il ritratto, il paesaggio e il nudo, in cui la tematica del sogno e del primitivo, sono sviluppati in maniera personalissima sfruttando la scia avanguardista.
Immagine presa da Wikipedia. Modigliani nel suo studio a Parigi nel 1918
Gli anni parigini furono molto difficili, il successo tardava ad arrivare e quando conobbe lo scultore Brancusi, si dilettò per circa tre anni a creare sculture, usando come fonte di ispirazione l’arte africana come ad esempio “Testa” del 1910 in arenaria. Per quanto riguarda le teste scolpite è doveroso citare un avvenimento relativamente recente: nel 1984 vennero ritrovate tre sculture seppellite in un canale di scolo in cui si stava operando una manutenzione. Da subito furono dichiarate opera di Modigliani da esperti e critici, ma poi si scoprì che erano state fatte da tre studenti dell’accademia d’arte e che quindi, risultavano dei falsi. I tre studenti per convincere gli esperti ne fecero altre copie, anche in diretta tv creando non poco scompiglio nel mondo dell’arte.
Immagine presa da Wikipedia. "Jeanne Hébuterne in poltrona” , Amedeo Modigliani, 1918,
Dichiaratosi da sempre cittadino del mondo, Modì, come veniva chiamato a Parigi, fa in questo periodo una profonda un'analisi interiore, diventando molto emotivo e pieno di problematiche comportamentali legate all’insuccesso, dando così peso alla figura umana, che diventa lo specchio dell’anima e per questo deve essere riconoscibile attraverso le pose e le espressioni del volto.
Dal 1913 Amedeo, si dedicò completamente alla pittura il cui tema prediletto è il ritratto con le suggestioni del Quattrocento fiorentino che si mescolano ai motivi presi da Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Cèzanne (se vuoi leggere qualcosa su Van Gogh o Toulouse-Lautrec ti consiglio questi articoli https://www.lastanzaverde6.com/post/henri-toulouse-lautrec-il-nobile-artista-bohèmienne oppure https://www.lastanzaverde6.com/post/copia-di-la-vita-di-vincent-van-gogh-tra-i-girasoli-e-i-disturbi-mentali ). Volti di pittori, letterati, attori e gente comune vengono rappresentati in una dimensione assorta, una stilizzazione continua formale, operata tramite la linea.
“Ciò che vado cercando non è la realtà nè l’irrealtà, bensi il subconscio, il mistero di ciò che vi è istintivo nel genere umano”
Amedeo Modigliani
Gli oggetti e l’ambiente in cui si trovano i personaggi passano in secondo piano, mentre è l’aspetto interiore, l’anima della persona, quello che traspare. I volti sono lineari, le forme semplici, i corpi elegantemente allungati senza il bisogno di approfondire i connotati: i volti sembrano fatti in serie, tuttavia, ognuno ha rappresentato il suo “volto” interiore. Quel che scaturisce dalle tele di Modigliani è una malinconia sensuale dello sguardo che ne diventa il tratto più caratterizzante come in “Jeanne Hébuterne in poltrona” del 1918, in cui la sua compagna Jeanne si abbandona sulla poltrona e la linea dello schienale riprende la linea dell’abbandono della schiena, chiudendosi nell'ovale che formato dalle braccia. Il viso è estremamente semplificato, ma lo sguardo è chiaro, pensoso. Gli occhi risultano vitrei, inespressivi perché sono la parte più profonda dell’anima e l’artista, non si sente capace di dipingere quello che non comprende in pieno. La semplificazione dei volumi e delle linee è presente anche nella sensuale opera “Nudo con gli occhi chiusi con collana” del 1917 dove abbandonata sul letto, la giovane è dipinta con linee semplici, ma sinuose e i colori stesi in modo piatto, ma che producono rotondità. Nello stesso anno, Modì espose alcuni nudi, ma la mostra venne chiusa solo qualche ora dopo per immoralità.
Immagine presa da Wikipedia. Ritratto in bianco e nero di Jeanne Hébuterne (1898-1920) del 1916
Una passione di Modigliani oltre all’arte erano le donne: dalla già citata Jeanne, che era una pittrice in erba a Parigi con la quale ebbe una lunga e tormentata storia, a Simone Thiroux, una ragazza franco-canadese con la quale ebbe un figlio, che non riconoscerà mai, ed altre numerose donne con la quale ebbe semplici avventure.
Nel 1920 Amedeo viveva a Parigi con Jeanne e la prima figlia della coppia. I due dipingevano molto, ma vendevano poco e quel poco che guadagnavano, lui lo usava per l’alcool e le droghe, finché la sua salute iniziò a deteriorarsi: delirante fu portato all’ospedale di Charité dove gli fu diagnosticata una meningite tubercolare e morì la sera dopo a soli trentacinque anni. Il giorno successivo Jeanne, incinta all’ottavo mese del secondo figlio, si buttò giù dalla finestra nella casa dei genitori, suicidandosi, aveva ventidue anni. Durante il funerale di Amedeo tutti gli artisti di Montmartre e Montparnasse parteciparono e fecero una colletta per pagargli il funerale, mentre quello di Jeanne fu veloce, all’alba per evitare ulteriori scandali. Le due salme furono tumulate insieme solo nel 1930, nel cimitero di Père-Lachaise, quando Jeanne fu spostata nella tomba di Modigliani e il suo epitaffio recita in italiano “Compagna devota fino all'estremo sacrifizio”. La figlia dei due, Jeanne Modigliani, chiamata come la madre per dimostrare l’infinito amore del pittore per la compagna, di soli venti mesi, venne adottata dalla nonna paterna e visse a Livorno.
Immagine presa da Wikipedia. Tomba di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne
Si può con certezza dire che la fortuna di Modigliani fu postuma: raramente chi possiede una sua opera la cede, ad esempio il nudo “La Belle Romaine” del 1917, è stato venduto per la cifra record di 68,96 milioni di dollari, straordinario se si pensa le condizioni disastrose in cui visse gli ultimi anni prima della morte.
Il Modigliani, è anche un sigaro dell’azienda italiana Toscano, realizzato a macchina e composto da tabacco Kentucky sia all’interno che in fascia, fa parte della linea “Sigari d’Autore” insieme al Garibaldi e al Soldati ed è stato creato in occasione del trasferimento da Parigi a Roma degli Archivi Legali Amedeo Modigliani nel 2010.
Comentarios